venerdì, novembre 25, 2005

NICHEL

Fuocrhè le tenbrose immagini che si specchiarono alla mia finestra erano di indugio potere. I cani abbaianti, gli spigoli muri dei duri e i ciechi lampi di mattino. Due volte sole sentii parola. Abbiano buona grazia. E svelti sotto le coperte. Ciechi e fragili cadevano dal cielo. Giovani e vecchi. All grannys. All versus. All' incredibile e inumana potenza si alternavano gli occhi. Al loro guardare tutto appariva. Al loro parir tutto sfocava.
Giungi dunque, oh giungi ancor.
Ahimè il sentiero è fitto di rovi e ginepri in fiore. Ahimè il sole è pallido e il giorno muore. Ahimè il ghiaccio è puro come puro cristallo come saturno, è polvere stellare. Langue in fondo ad essa la vertigine di questo cosmo che non respira ma tutto trasforma. E' impensabile che così bella materia non faccia dono a i coralli della memoria. Il suono è voce dentro al grembo. Universo. Bellissime cazoni fuoriuscite da un acida visione. Nettuno schiavo dei suo figli. Vigliacche idee imprigionate in nonsoneppure quanti siano gli anni i giorni i secondi di tutto questo. Cantano gli usignoli. Fortezze di vento e scatole di fiori. Vitrei sferzagli. Giochi aquiloni e impossibilità di cercare. Gironi inquieti. Memory disasters. Heart brake velocity. Dunque ancor respiro. Venerandum project. End.
Ma non mi capiresti comunque, giallo su nero. I rioni si sono divisi. E' lotta ormai. Arcaica lotta che infine vuole una sol cosa: il principio!
A zig zag in controvento con un proiettile che attraversa il cervello.
Homnius crizto veritade fukin'. Ma vennero gli aironi coi loro verdi cappelli e giacche e cravatte e pensieri osceni. Vennero e se ne andarono. Vennero. Un volta sola, soli, loro. Mai piu' ricordo. Vennero? Alla deriva un granchio e una farfalla che giocano a minzimino. E i ricordi, vennero, inconsci da non so dove.
"Perche' non sei vivo, sei morto!"
Allora non ti vedi lì giacente nel tuo grembo di letto e io non posso allora aiutarti. A tal punto sei giunto. Non vedere piu' neppure, non sentire alcunchè. EHUXABEJ. E venne il pianto. In incontrollo. Pioveva da solo in suo interno. Pioveva talchè. Giaceva. E non si sentivano voci. La mia rabbia. Non esiste! Eè solo un cuor viola. Un ritorno alla memoria.
Mezz' età ma non cambia mai. Perpetuo moto. Cavezzacastri insieme al fuori.
Mai di cosa possibile giaceste il pennello. Ghish. Desiderio. Massimo. Putrificante.
Palpitante. Fremo di nevrosi spasticha irreversibile. Ah Ah, mi vien da... Rissa in piena forma commozionale. Pieno pesco in fondo al mare. E pur sia. Off.

Robero era appeso a quella parete piatta e verticale di roccia. I suoi muscoli tesi nella disperazione di dar forza alle sue mani per non lasciare l' appiglio. La vista si faceva annebbiata e il pensiero non v' era ormai piu'. Aqua nelle sue mani. NICHEL.
Precipita nel vuoto e il terrore è il piu' profondo. Poi torna il pensiero. S' avvicina lo schianto. NICHEL.
Prima una forte botta alle gambe. Rotte in grosso crack. Inizia una rotazione per quel corpo in precipizio.
E ritorna il pensiero. "tutto bene ci sono". Poi la testa. NICHEL. Acqua calda in testa. E il pensiero gli dice che ancora lui c'è. Verso il fondo. NICHEL. Giunge l' impatto nel dolore.
Massacro.
"se ne va, scappa!" Buio, buio, nero. "Fuori, vai fuori". NICHEL